Succede che ti senti in ansia e totalmente incompreso/a da chi invece dovrebbe proteggerti e amarti. Sei accusato/a di colpe che fatichi a capire. Al peggio, ti viene fatta una colpa anche di essere così come sei! E arrivi a dubitare di te, provi un senso crescente di confusione e malessere. È tutto normale?
No. Probabilmente sei nella morsa di un manipolatore, o di una manipolatrice. Può accadere in una relazione di coppia, tra amici, o anche in famiglia tra genitori e figli. La sostanza non cambia.
La manipolazione affettiva è una sorta di “gioco a due”, giocato da persone con caratteristiche complementari. Il “manipolatore” ha bisogno di mantenere il controllo e la percezione positiva di sé e di avere sempre ragione (a qualsiasi costo). La “vittima manipolata” è caratterizzata invece da un forte bisogno di fusione e approvazione, tanto da piegarsi al suo manipolatore, accettando tutto pur di non perderne il consenso.
Nei casi più gravi la manipolazione mette in discussione il senso stesso del sè della vittima. Del tipo: “Se non FAI questo per me, non SEI un buon figlio/amico/partner”.
Di solito non ci si accorge di essere manipolati, perchè i manipolatori sanno essere abili e accorti. Iniziano con piccole mosse di poco conto e pian piano alzano l’asticella senza che tu te ne accorga. Ti accorgi però di stare sempre più in ansia quando sei con questa persona. Cerchi di ignorare e tacitare questo malessere cercando “giustificazioni” per il comportamento del manipolatore, che chiede, pretende, controlla, giudica e sentenzia, ti dice cos’è bene e e cos’è giusto anche per te, sempre e solo onorando il suo punto di vista e mai il tuo o quello di altri. Ti ritrovi anche a difenderlo dalle critiche di chi magari vede ciò che tu ancora non vedi o non vuoi vedere. Fino a che, pur di non rinunciare al rapporto e deluderlo, finisci per sottometterti del tutto alla sua visione delle cose e al suo volere. Stando ancora e sempre più male. E come succede tutto questo?
Il manipolatore (o la manipolatrice)
• Ti fa sentire in colpa: rigira le tue parole per farti sentire sbagliato/a e in torto nei suoi confronti
• È un aggressore “passivo”: non affronta le questioni in modo diretto ma girandoci intorno. Utilizza modalità subdole per farti capire che non accetta ciò che sei e ciò che fai. Non avanza mai critiche costruttive: le sue sono critiche mirate a umiliare, indebolire e metterti in una posizione d’inferiorità
• Nega di aver detto o fatto cose che ricordi bene al solo fine di difendersi e confonderti, fino a farti dubitare di te e della tua sanità mentale (effetto gaslight)
• Finge di volerti sostenere o aiutare ma poi boicotta le tue iniziative in maniera sottile o finge innocenti dimenticanze
• Accentra l’attenzione sui suoi problemi sminuendo i tuoi: se tu hai mal di testa il manipolatore ha un tumore! Se hai avuto una giornata impossibile, la sua è stata catastrofica. Non ascolta mai davvero, non dedica attenzione e pretende sempre di essere al centro del gioco. Se glielo fai notare ti accusa di essere paranoico/a
• Attribuisce ad altri la responsabilità dei suoi comportamenti: se si comporta male la colpa è sempre di qualcosa che hanno fatto gli altri, mai si assume la sua
• Influenza lo stato d’animo degli altri attraverso il “ricatto emotivo” per cui tutti finiscono col preoccuparsi di non farlo/a arrabbiare, e col rimediare a ciò che lo/a infastidisce
• Sa usare molto bene le parole: occasionalmente può lodarti o farti belle promesse e allusioni, a cui però non seguono mai fatti significativi. Solo parole, niente fatti!
Il meccanismo della manipolazione inizia in maniera subdola e prende piede nel tempo, con una velocità e una definitezza che dipendono direttamente dalla resistenza della “vittima”; così possiamo trovarci di fronte a manipolazioni discrete e occasionali che restano tali per mesi o anni, oppure evolvere rapidamente nel segno della violenza psicologica e fisica conclamata.
Ma com’è possibile sprofondare in queste relazioni senza accorgersene? Spesso mi si chiede con legittimo stupore: “Ma com’è possibile che in tanti anni non me ne sia mai accorta??”
Se parliamo di relazioni di coppia, il manipolatore inizialmente si presenta come una persona sensibile, brillante, molto interessata alle tue necessità. È un gran seduttore (o seduttrice), ci sa fare! Gli serve per entrare nel tuo spazio personale e mettersi comodo/a. Ma nel corso del tempo diventa chiaro che l’unico scopo è garantire i propri interessi e mantenere potere e controllo su di te, in modo da averti sempre a totale disposizione, senza mai concedere nulla in cambio e nemmeno preoccuparsi di come stai e di quali bisogni hai tu.
Se la manipolazione diventa la modalità prevalente nel rapporto, inizierai a sentire che “qualcosa non va” e col tempo potrai sperimenta uno o più di questi sintomi (che costituiscono quella che si potrebbe chiamare Sindrome da Manipolazione Affettiva):
• Incubi o sogni inquietanti ricorrenti
• Scarsa fiducia nel proprio senso della realtà (messo sempre in discussione dal manipolatore)
• Frequente sensazione di sconcerto o confusione
• Incapacità di ricordare i dettagli delle discussioni col manipolatore
• Sintomi ansiosi: disturbi gastrici, tachicardia, senso di costrizione al petto, attacchi di panico
• Sensazione cronica di frustrazione e insoddisfazione (perchè i propri legittimi bisogni sono sempre invalidati)
• Timore o agitazione in presenza del manipolatore
• Continui tentativi di rassicurare sè e gli altri che tutto va bene
• Senso di compromissione della propria integrità e dignità
• Gli amici e i parenti fidati esprimono preoccupazione e disappunto per questo rapporto, vedendo ciò che tu ancora non vedi
• Tristezza, fino alla depressione
• Rabbia e forte inquietudine
La Manipolazione Affettiva svilisce la persona che la subisce e la destabilizza profondamente, poiché tutti gli sforzi della vittima sono tesi a ottenere l’approvazione del manipolatore, a non deluderlo, a non perderlo, e così ci si trova a rinunciare a ciò che si pensa, a ciò che si prova, alla soddisfazione dei propri bisogni. Si rinuncia a se stessi per diventare la pedina perfetta del manipolatore.
Ricorda sempre che tutti possiamo essere vittime di manipolazione affettiva e questo non ha niente a che fare con la nostra “intelligenza”!
La manipolazione agisce sulle dinamiche affettive, sulle nostre emozioni più profonde, e per questo riesce ad aggirare le nostre “difese intellettive”.
Solo allenandoci alla consapevolezza di ciò che succede nella relazione, imparando a riconoscere gli schemi che si ripetono, puntando il faro sul comportamento tipico del manipolatore e la nostra reazione automatica a questo comportamento, diventiamo capaci d’individuare il gioco manipolatorio e togliergli potere. Se riconosco il gioco e non mi presto più a giocare, il manipolatore non ha più appigli, non può giocare da solo!
Se sospetti di essere vittima di Manipolazione Affettiva (in famiglia, in coppia o tra amici), trova la forza di parlarne e spezzare il gioco. E se hai bisogno di supporto, sono qui per ascoltarti.
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Ph: Georgy Rudakov
QUESTO ARTICOLO È STATO IDEATO E SCRITTO DA ME SENZA L’AUSILIO DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE